Tra città e paesaggio

Da un lato si cerca di trascrivere gli elementi del paesaggio toscano, forse una limonaia di villa, o un brano dello Spedale degli Innocenti, o ancora brani di strutture conventuali. Dall’altro lato il rapporto di scala con il viadotto circostante e l’autostrada reintroduce i contrasti e le nuove regole compositive della civiltà moderna: il non finito, lo smontaggio, il contrasto fra i materiali e i colori, la ripetizione instabile della facciata, in cui la deformazione plastica dei pilastri evoca un possibile brise-soleil.

L’edificio viene realizzato con struttura in c.a., muratura in laterizio rivestita in lastre di pietraforte murata in filari a correre.  Le cimase sono della stessa pietraforte.  Gli infissi della facciata continua in legno e vetro (la prima in Toscana) sono costituiti da montanti in tubolare d’acciaio rivestito in legno Doussier Africa e telai sempre in legno Doussier Africa con vetrocamera antelio smeraldo temperato.

I pannelli di rivestimento dei fronti corti e gli infissi del ponte sono pure in legno con vetrocamera.  La copertura è in legno lamellare abete (con macchiatura simile al Doussier) e pannelli rivestiti in rame. La pavimentazione esterna è in sestini di cotto, oltre ad alcune aree in conglomerato di cls lavato colorato tipo “Levocell”. Le pavimentazioni interne sono in cotto levigato in opera e con riquadri e giunto in ottone in corrispondenza del reticolo strutturale.  Altre parti sono pavimentate con lastre di marmo rosso “Asiago”.  Gli infissi interni e le pareti mobili interne sono in legno laccato o in cristallo.